Il Risk management in sanità rappresenta l’insieme di varie azioni complesse messe in atto per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza del paziente.
Dobbiamo, infatti, considerare che l’errore, componente ineliminabile della realtà umana, come fonte di conoscenza e miglioramento per evitare il ripetersi delle circostanze che hanno portato l’individuo a sbagliare e mettere in atto iniziative, a vari livelli istituzionali garanti dell’assistenza sanitaria (Aziende sanitarie, Regioni, Ministero della Salute), che riducano l’incidenza di errori.

Il Risk management, perchè sia efficace, deve interessare tutte le aree in cui l’errore si può manifestare durante il processo clinico assistenziale del paziente: solo una gestione integrata del rischio può portare a cambiamenti nella pratica clinica, contribuendo indirettamente ad una diminuzione anche dei costi.
La prevenzione delle infezioni ospedaliere si articola in molteplici aspetti e la sua realizzazione si fonda principalmente sulla conoscenza dell’obiettivo da raggiungere e sulla scelta e l’impiego ottimale dei mezzi a disposizione.
Uno di tali aspetti è relativo ai processi di sterilizzazione dei dispositivi medici.
E’ opportuno ricordare che le norme armonizzate sono obbligatorie, considerando che le direttive comunitarie hanno valenza d’obbligo per gli stati membri della Comunità Europea.
Norme che meritano una particolare attenzione in questo contesto sono la Uni EN 556, la UNI EN 285 e la UNI EN 554. Il risultato finale di un processo di sterilizzazione è estremamente dipendente dalle modalità di preparazione e confezionamento del materiale.
Il ricondizionamento dei dispositivi medici si articola in una serie di fasi temporalmente

susseguenti:

– Raccolta
– Decontaminazione
– Lavaggio
– Risciacquo
– Asciugatura
– Controllo
– Selezione
– Confezionamento